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- Il-2 Sturmovik:
Birds of Prey (Xbox360) -

RECENSIONE SENZA SPOILER


Qualche anno fa il mercato dei videogiochi ha visto una moltiplicazione esponenziale di titoli dedicati alla Seconda Guerra Mondiale – successiva, per altro, ad un periodo in cui era invece pressoché impossibile trovarne. Via quindi con i vari Medal of Honor, Call of Duty, Heroes of the Pacific, Secret Weapons Over Normandy e le conseguenti imitazioni e reiterazioni. Fanteria ed aviazione sono quindi abbondantemente coperte dai videogiochi disponibili sul mercato, e mancherebbero solo i carri armati (qualcuno ci penserà, prima o poi... voglio guidare un Tigre!). Poi da un paio d'anni c'è stato un calo, forse a seguito di un qualche tipo di effetto saturazione, e almeno su console i videogiochi ambientati in quel periodo sono tornati ad essere piuttosto rari, tra le novità.
Su PC invece questo "genere" va ancora, ed è sempre andato alla grande; Il-2 Sturmovik è appunto una serie che i giocatori piccì-muniti conoscono bene. Si tratta, in breve, di uno dei migliori simulatori di "aerei a elica" esistenti.
Nel 2010 la serie è approdata su console con Il-2 Sturmovik - Birds of Prey, e visto che Xbox360 conta già una manciata di titoli simili, la domanda sorge spontanea: si sentiva bisogno di un ennesimo titolo sull'aviazione della II GM?
In una parola, si. Non perchè non ce ne fossero abbastanza, ma semplicemente perchè che ne mancava uno dotato di tali caratteristiche specifiche.
Come accennato infatti, la serie Sturmovik rientra nel genere "simulatore", e questa semplice parola dice immediatamente tutto quello che c'è da sapere di fondamentale su Birds of Prey.

Volere Volare
Ribadiamo il concetto: Birds of Prey è un simulatore, non un "semplice" sparatutto. Quindi, confrontarlo con gli altri shoot 'em-up aeronautici visti fino ad ora su console è come confrontare la serie Project Gotham con la serie Forza Motorsport; ma i giocatori meno intraprendenti non devono temere, perché i programmatori di Birds of Prey hanno pensato ad un sistema di adattamento della difficoltà per rendere il loro gioco godibile praticamente da tutti. Questa personalizzazione risiede non tanto nell'aumentare o nel diminuire della cattiveria della IA avversaria, quanto nel variare del realismo del pilotaggio dei velivoli.
Come in Forza Motorsport, sarà infatti possibile settare la quantità di "aiuti" che il gioco ci fornisce nel pilotaggio, in base a tre diverse configurazioni: Arcade, Realistico e Simulazione.
Arcade, come si intuisce, è la modalità adatta a chi desidera semplicemente divertirsi sparando a tutti i cattivi che si muovono. Con questa configurazione si possono eseguire tutte le manovre più complesse senza troppe preoccupazioni: in pratica la velocità relativa dell'aereo è molto più alta del normale, cosa che rende pressoché impossibile lo stallo (il fenomeno per il quale le ali dell'aereo non offrono più portanza a causa dell'insufficiente velocità), e tutto l'apparecchio è molto più stabile, facilitando non poco la mira. Inoltre lo HUD a disposizione del giocatore è molto prodigo di informazioni, tra le quali spicca un mirino aggiuntivo in prossimità del bersaglio agganciato, che ci dice dove sparare per fare centro: essendo il nemico in movimento infatti, occorre sparare più avanti della sua posizione di una misura variabile a seconda delle velocità e dell'angolo di attacco, in modo che i proiettili intercettino il bersaglio.
La modalità Realistico rende invece il controllo dell'apparecchio una faccenda dannatamente seria: bisogna fare attenzione alle manovre che si compiono ed all'altitudine, perchè stallare è molto, molto facile. Pilotare il nostro apparecchio diventa – per l'appunto – piuttosto realistico, ed ogni macchina a nostra disposizione ha le sue caratteristiche di cui bisogna per forza tenere conto. Per esempio lo Spitfire MkIX è veloce, stabile e docile, un vero piacere da pilotare; il P-51D è ancora più veloce, ugualmente agile ma non disposto a perdonare gli errori, e basterà esagerare con il timone per finire in vite.
A proposito, stallare e finire in vite è un'esperienza da brivido: è difficile uscire da una vite, ma con la pratica diventa possibile farlo, e se ci si sente dei veri assi si potrà addirittura usare la vite come manovra evasiva.
Per giocare in Realistico bisogna essere in possesso almeno di una minima infarinatura tecnica sull'aviazione e sul suo gergo, ed occorre conoscere almeno un po' di teoria del combattimento aereo (il gioco viene in aiuto degli inesperti con un efficace tutorial e con una ampia ed esauriente enciclopedia), perchè gettarsi in questa modalità senza preparazione equivale al suicidio.
La pretesa di realismo di Birds of Prey è tale che viene presa in considerazione la fisica dell'aereo anche per i danni: subire alla fusoliera può non essere grave; farsi bucherellare un'ala può portare ad un peggioramento della manovrabilità o, addirittura, alla rottura dell'ala stessa, con conseguente caduta rovinosa al suolo; colpi al motore significano quasi sempre morte certa, ma può anche accadere che il motore semplicemente si spenga (magari a seguito di una brusca virata), lasciandovi a planare con l'unica possibilità di tentare un atterraggio (cosa che è sempre possibile fare, basta abbassare il carrello e trovare un prato abbastanza ampio).
Scordatevi insomma di arrampicarvi in verticale come si può fare in modalità Arcade o in qualunque altro sparatutto aeronautico, e scordatevi di collezionare decine di abbattimenti per ogni missione: mirare è difficile, e potete considerarvi dei veri assi se in una missione riuscirete a contare sulle dita di una mano gli abbattimenti effettuati. La modalità Realistico, inoltre, elimina il "mirino aggiuntivo" di cui vi ho parlato prima, pur mantenendo sull'HUD tutta una serie di utili informazioni – come frecce e rombi per indicare la posizione dei nemici, o un radar – e consente di scegliere se giocare con munizioni e carburante infiniti o se invece renderli realisticamente limitati.
Infine, esiste la modalità Simulazione che non varia la difficoltà di pilotaggio, però elimina definitivamente qualunque supporto al giocatore: visuale bloccata dentro l'abitacolo, via il radar, via le frecce, munizioni e carburante rigorosamente limitati.
Credetemi, giocare a Birds of Prey in modalità arcade significa non godere di tutte le potenzialità che questo titolo vi può offrire, relegandolo nella media degli sparatutto.
La modalità Simulazione, per quanto possa fornire più complessa e cruda del combattimento aereo, si rivela eccessivamente difficile non tanto per difetti del gioco in se, ma quanto perchè il pad non consente una sufficiente precisione nel pilotaggio. In particolare, il controllo del timone risulta sempre un po' grossolano, complicando notevolmente la mira ai bersagli (e con le munizioni limitate vi ritroverete senza niente da sparare dopo pochi secondi, e non scherzo). Quindi, se non avete una periferica dedicata al pilotaggio, è meglio evitare.
A mio giudizio il modo migliore per giocare a Birds of Prey è la modalità Realistica: essa offre un'esperienza sufficientemente simulativa ed appassionante anche se non si possiede una cloche dedicata.
In questa modalità si possono vivere momenti di autentico piacere aeronautico, per esempio riuscendo a segnare un abbattimento particolarmente stiloso, o quando si riesce ad effettuare qualche manovra speciale che metta in scacco il nostro avversario.

Non è Tutto Oro Quello che Luccica
Una fisica così accurata sarebbe sprecata senza un comparto tecnico all'altezza. E sotto il profilo estetico Birds of Prey non delude. Anzi, si tratta di vero piacere per gli occhi: i paesaggi ed i cieli sono belli e credibili (anche volando a bassa quota); gli effetti grafici di esplosioni, proiettili che schizzano nell'aria e scie d'olio sono perfettamente riusciti e danno il tocco finale ad una estetica di notevole realismo. Anche gli effetti di luce sulle nuvole e sugli apparecchi in volo sono ben realizzati.
Per quanto concerne i modelli poligonali degli aerei, a voler essere pignoli c'è qualche perplessità: se alcuni sono semplicemente perfetti sia esternamente che negli abitacoli, come lo Spitfire MkII, il P-47D o il P-51D, altri sono invece stati riprodotti con una certa trascuratezza. I casi esemplari sono quelli dello Spitfire MkIX, che è semplicemente un MkII con un'elica a 4 pale invece che a 3, senza tener conto che nella realtà le differenze erano molte, come un muso visibilmente più lungo; e quello del carrello posteriore del Bf-109G, che dovrebbe essere retrattile e quindi non visibile durante il volo, mentre invece in Birds of Prey resta fisso come sui 109 più vecchi. Ovviamente si tratta di dettagli che solo un occhio esperto può notare, ma a mio avviso proprio per questo stonano in un gioco che vorrebbe fare del realismo il suo maggior pregio. Comunque, l'unica pecca oggettiva nel comparto grafico è un leggero calo nel frame rate quando si attraversano le scie di fumo, ma a stento ci si fa caso.
Anche il sonoro è notevole, anche se forse ci si sarebbe aspettati una maggiore ricchezza. Soprattutto però – per quanto in passato si siano sentite cose raccapriccianti – difficilmente ci si può aspettare un doppiaggio italiano così poco felice... infatti, alle voci che impartiscono gli ordini durante le missioni è stato dato un ridicolo accento: quando si combatte per gli inglesi o per gli americani dovremo quindi subire gli interventi di una specie di Don Lurio, mentre quando combatteremo per gli alleati sovietici la voce del nostro comandante somiglierà in tutto e per tutto a quella di... Enrico Ruggeri.
Anche l'attore che interpreta i piloti "protagonisti" (una voce per tutti i personaggi), spiace dirlo, ma non offre una prestazione di qualità.

L'equilibrio
Birds of Prey ha tre modalità di gioco. La classica Campagna prevede una ventina di missioni suddivise in 6 "sottocampagne", dalla Battaglia d'Inghilterra a quella di Berlino, che ci faranno vivere l'azione – in perfetta alternanza – una volta come Inglese (o Americano) sul fronte occidentale, ed una volta come Sovietico sul fronte orientale.
La modalità Missione Singola offre una sorta di ampliamento della campagna: le ambientazioni sono le stesse e nello stesso ordine, ma le missioni sono diverse ed in numero tre volte maggiore.
E' una scelta questa che non capisco, visto che a mio parere si potevano includere tutte le missioni nella campagna, lasciando alla modalità Missione Singola la possibilità di rigiocare liberamente le varie missioni della campagna.
Che sia Campagna o Missione Singola, in ogni caso si dovranno attaccare i bersagli indicati in modo classico, completando i compiti assegnati. Al termine di ogni missione il gioco – in base al tempo impiegato, al numero di nemici abbattuti, all'efficacia di mira ed al numero di tentativi richiesti – ci assegnerà un voto, che in realtà è del tutto ininfluente sul decorso del gioco, non garantendo alcun bonus se si totalizza un voto particolarmente alto.
La terza modalità è ovviamente quella on-line: si potrà scegliere di affrontare un "tutti contro tutti" dove vince chi totalizza più abbattimenti; una battaglia a squadre dove a vincere non è l'individuo ma la squadra che totalizza più kills; una modalità di attacco, dove vince chi distrugge più bersagli al suolo della squadra avversaria e dove sarà necessario anche difendere i propri bersagli; ed infine la modalità di conquista dei campi d'aviazione, che è quella più articolata, e che si basa sulla quantità di "gettoni" a disposizione delle due squadre. Il numero di gettoni cala tanto più velocemente quanti meno campi d'aviazione si possiedono e tanto più si viene abbattuti. Vince chi alla fine possiede più gettoni.
Tramite le tre modalità di gioco principali si sbloccano gli articoli per l'enciclopedia, ma soprattutto si sbloccano gli aerei (ce ne sono 40, più due compresi in un DLC) ed i loro armamenti.
Mette sinceramente un po' di disappunto sapere che alcuni aerei ed armamenti sono ottenibili solo tramite il gioco on-line, cosa che non solo richiede com'è ovvio il possesso della console e del gioco, ma anche di una connessione ad internet veloce e di un abbonamento Live Gold...
Va anche specificato che nei miei tentativi di connessione per giocare on-line una partita veloce, il server di Birds of Prey era sempre down. Sono riuscito ad accedere alla modalità solo creando una stanza privata ed una volta entrato, il server era assolutamente deserto. Per inciso, i miei tentativi sono stati fatti a poco tempo dall'uscita del gioco, quindi si presume che i server fossero in efficienza e che ci fosse una quantità minima di giocatori on line...
Esistono altre due modalità "minori": la tutorial già menzionata, ed una "addestramento", che consente di scegliere il nostro aereo, quelli nemici, il loro numero, l'ambientazione, ecc, per esercitarsi nel combattimento aria-aria.
Onestamente, le modalità di gioco sono il tallone d'Achille di Birds of Prey, non solo per i dubbi già espressi, ma anche perchè si sente la mancanza di una certa libertà: per esempio, non è possibile scegliere l'aereo da usare nella Campagna o nelle Missioni Singole (cosa che avrebbe aggiunto quel pizzico di strategia che non avrebbe certo guastato) e manca una modalità multi-giocatore locale che consenta sfide a schermo condiviso.
Soprattutto però – specialmente nelle Missioni Singole – si avverte una notevole ambiguità in quello che il titolo richiede al giocatore: in pratica si pretende che vengano completati obbiettivi che si sposano davvero male con il realismo del gioco, come ad esempio intercettare ed abbattere moltissimi aerei in pochissimo tempo. Ciò risulta praticamente impossibile a causa della lentezza del nostro velivolo. La situazione tipo è la richiesta di abbattere una decina di bombardieri prima che completino la loro missione; tuttavia spesso i bombardieri da intercettare sono solo di poco più lenti del nostro caccia, e diventa quindi difficilissimo riuscire ad attaccarli nel modo giusto – da davanti o da sopra – contando che ci vuole molto tempo per superarli e per manovrare per portarsi in posizione d'attacco. Questo risulta nel trovarsi invariabilmente con l'acqua alla gola, in mezzo alla formazione nemica, alla mercè dei mitraglieri dei bombardieri e dei loro caccia di scorta. E la frustrazione monta in un secondo.
Manca quindi il necessario equilibrio tra simulazione ed azione. A mio avviso questo grosso difetto è da imputare soprattutto alla cattiva regolazione della velocità tra un livello di difficoltà e l'altro. Se, per esempio, sappiamo che il P-51D raggiungeva nella realtà i 704km/h in volo livellato ad una certa altitudine, in Birds of Prey lo stesso aereo, alla stessa altitudine, in modalità arcade arriva facilmente a 850 orari; in modalità Simulazione o Realistico, invece, a stento supera i 500.

Riprova, Sarai più Fortunato
In definitiva, siamo di fronte ad un gioco di buon livello: la grafica è eccellente, e su console non esiste nessun altro titolo aeronautico che offra una esperienza di gameplay tanto appagante e realistica.
Purtroppo però il gioco soffre di alcune mancanze piuttosto importanti, che non permettono a questo titolo di arrivare al rango di capolavoro. Birds of Prey è ricco di cose, di aerei, di missioni. Ma sembra che tutti questi elementi siano stati messi insieme con una certa approssimazione: è chiaro il tentativo dei programmatori di creare qualcosa di sontuoso, ma forse la loro inesperienza sulle console li ha condizionati.
Mi auspico che l'imminente Birds of Steel possa contenere con tutte le rifiniture del caso: più libertà al giocatore, un numero ancora maggiore di aerei (40 sono tanti, ma considerate che nelle edizioni PC di Sturmovik si hanno a disposizione centinaia di macchine...) ed un sonoro più ricco con un doppiaggio meno ridicolo.
Nonostante i difetti comunque, se siete amanti dell'aviazione e volete davvero godere di ogni manovra e di ogni colpo che sparate, allora Birds of Prey non può mancare nella vostra collezione.

VOTI
Grafica ------> 8,5
Sonoro ------> 7,5
Giocabilità --> 7,5
Longevità ---> 8
Globale -----> 8

 

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© Matteo Bacchin